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Giu 30, 2018 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Lo Stato Italiano deve smetterla di perseguitare i suoi cittadini virtuosi

Lo Stato Italiano deve smetterla di perseguitare i suoi cittadini virtuosi

Finalmente qualche politico prende atto e punta il dito su qualche delle innumerevoli piaghe di questa povera Italia. Ipocritamente il Sig. Agus , La Nuova Sardegna del 22giugno, fa una carrellata sulle problematiche mai affrontate che ostacolano non tanto la crescita quanto l’attuazione di quella giustizia sociale auspicabile e necessaria per milioni di cittadini italiani boccheggianti costretti a condurre una vita incolore e stentata causa la persistente disuguaglianza avvallata e conseguenza, ironia della sorte, della politica di una una classe politica che si proclama bandiera della lotta di classe.
Una contraddizione inspiegabile che il popolo finalmente è riuscita a leggere e , con le ultime elezioni del 4 di marzo, ha contribuito a cambiare pagina.
Famosi i ridicoli provvedimenti a favore delle unioni civili, fortemente minoritarie , a scapito delle famiglie abbandonate e sole a gestire crisi e problematiche sempre più gravi. Sig. Agus solo adesso si accorge dell’impossibilità di operare per una politica sociale drastica perchè “buona parte delle risorse sono INGESSATE dalle spese fisse”?. Guarda caso promosse dal PD. Certamente si voleva riferire a quelle del carrozzone della Regione, Provincie, Partecipate e perchè no dei Comuni e di tutti quegli uffici Statali obsoleti creati per , si dice, controllare le malefatte dei cittadini con lavoro autonomo che leggi inique li costringono a pagare i propri persecutori. Non è una sparata in quanto a testimoniare il sistema persecutorio ci sono le centinaia di suicidi di imprenditori, disperati per non aver potuto far fronte ai pagamenti insensati imposti da un organo quale è Equitalia, famelico di danaro per poi ridistribuire, termine più appropriato, sperperare fra le classi agiate dominanti del pubblico impiego.
Si sa che gli uomini siamo degli esseri viventi complessi e la debolezza psichica è uno dei nostri limiti che può portare all’autodistruzione quando si ascolta il sentimento dell’orgoglio che si ribella per non sottostare alla prepotenza. La mafia , quando uno non paga lo uccide. Lo Stato quando un cittadino non paga gli crea attorno e lo dota di tutti gli strumenti per ammazzarsi. Il risultato detto secondo un principio matematica è Stato uguale mafia. Detto letteralmente si chiama ASSASSINIO. Politicamente si chiama DELITTO di Stato. Storicamente da riportare e appuntare nei testi scolastici da tramandare a memoria dei futuri cittadini.

A Sig. Paolo Maninchedda invece , La Nuova Sardegna del 22 giugno, bisogna dare un attestato di riconoscenza e merito per il suo commento indirizzato “a un fisco inadeguato e persecutorio etc. etc.” Concetti sacrosanti. Un argomento non rimandabile e da risolvere urgentemente. E’ inconcepibile avere uno STATO perennemente contro il cittadino pacifico, ostacolato in ogni modo nel lavoro anche di tutti i giorni. Vedi le azioni provocatorie di certi vigili che contravvenzionano gli scaricatori per aver invaso di 20cm il passaggio pedonale. La Repubblica Italiana, un paese ormai ridicolo dove viverci diventa un’impresa e dove l’autorità viene interpretata in maniera falsa , imposta e applicata in maniera inadeguata e non conforme alle aspettative dei cittadini che la vogliono funzionante per la propria sicurezza e applicata contro i malavitosi.

In questa Povera Italia confusa e forse usata da potenti poteri segreti occorre, necessita, onde mettere riparo allo sconquasso morale e finanziario , di una vera rivoluzione, naturalmente pacifica. Una RIVOLUZIONE CULTURALE che parta dalla Scuola dando particolare importanza alla formazione dell’individuo come animale sociale a scapito di un individualismo da mantenere nell’ambito circoscritto alla persona intesa come soggetto libero e inviolabile ma non in contrapposizione alle esigenze e al bene della collettività. La costituzione in questo caso è eloquente e aiuta raccomandando a ogni cittadino di operare e contribuire ognuno secondo le proprie possibilità.
E’ doveroso spiegare e inculcare che TUTTI SIAMO UGUALI, che non esiste un lavoro più importante dell’altro e che anzi certi lavori umili sono necessari, determinanti e anche indispensabili nel buon funzionamento di una comunità. E allora i numerosissimi funzionari statali che godono di retribuzioni di 10/20/30/40/50 volte maggiori di altri cittadini , debbono capire e non ho dubbi che abbiano le capacità intellettive di comprendere che il merito può essere anche riconosciuto, calcolato e attribuito secondo altre misure tipo benemerenze e stime che per lo più si attribuiscono ai patrioti che hanno dato il loro contributo fattivo, spesso estremo, certamente non inseguendo il vile danaro.
E quindi l’Italia ormai stremata e confusa necessita di un patto sociale. Di una pacificazione sociale promossa dallo Stato, vero rappresentante di tutti i cittadini, che si faccia carico delle sue responsabilità riprendendo il suo ruolo di coordinatore e promotore nell’assicurare a ogni cittadino di esprimersi nella legalità attraverso il lavoro, rinunciando al ruolo di persecutore .